Lipofilling Mammario (Ingrandimento del seno)

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Il lipofilling o trapianto di grasso è una tecnica chirurgica che esiste da oltre 100 anni, ma solo dal 1995 in avanti, grazie ai progressi legati alle conoscenze biologiche ed all’introduzione di tecniche per aumentare l’attecchimento del grasso innestato, vi è stata una progressiva diffusione del lipofilling  sia in chirurgia plastica ricostruttiva che estetica.

Da diversi anni, inoltre, il trapianto del proprio grasso è diventato ancora più interessante per la scoperta della funzione riparativa/rigenerativa, oltre a quella riempitiva, grazie alla presenza di cellule staminali totipotenti che possono differenziarsi in cellule di diversi tessuti e che aprono la via alla cosiddetta medicina rigenerativa e ad applicazioni potenzialmente straordinarie nella chirurgia ricostruttiva ed estetica.

Le cellule staminali trasferite con il tessuto adiposo hanno ad esempio la capacità di formare nuovi vasi sanguigni (neoangiogenesi) e nuovi fibroblasti contribuendo ad un migliore trofismo locale dell’area interessata al trapianto e questo risulta particolarmente importante per il trattamento di tessuti scarsamente irrorati come le radiodermiti, le aree ulcerate e cicatrici di vario tipo, ma anche per il miglioramento di una cute con gravi danni da photoaging.

Il lipofilling, inteso pertanto come trasferimento di cellule adipose, ma soprattutto di cellule staminali, ha dunque diversi obiettivi e potenzialità: riempimento,  ma anche ristrutturazione e  rigenerazione. Il riempimento è dimostrato dall’incremento volumetrico, la ristrutturazione e la rigenerazione sono evidenziati dai miglioramenti della qualità dei tessuti cutanei e sottocutanei.

Occorre sottolineare, tuttavia, che ancora oggi non è possibile stabilire, prima dell’intervento, quale sarà il quantitativo di tessuto adiposo innestato che avrà un attecchimento definitivo e quindi il risultato finale preciso di un riempimento ottenuto con un singolo intervento di lipofilling,  perché la percentuale di grasso che attecchisce dipende, oltre che dalle tecniche di prelievo e preparazione del grasso da impiantare, dalle condizioni generali della paziente, dalle sue abitudini di vita/alimentari e dalle condizioni locali dell’area che deve essere riempita/rigenerata.

Il chirurgo deve pertanto valutare pre-operatoriamente tutte queste variabili e provare ad ipotizzare il numero di trattamenti che dovranno essere effettuati per ottenere il risultato voluto.

Nonostante questo importante limite, il lipofilling ha comunque diverse indicazioni nella chirurgia estetica mammaria:

 

  • può essere utilizzato per correggere deformità di sviluppo che si presentano con asimmetrie volumetriche di lieve/modesta entità.
  • può contribuire a rendere meno visibile la protesi nei quadranti superiori e laterali riducendo il cosiddetto “rippling”
  • può ridurre la contrattura capsulare rendendo più morbida la reazione capsulare periprotesica
  • può essere utilizzato per aumentare un seno ipoplasico, ma soprattutto per sostenere un seno lievemente ptosico.

PUO’ UN LIPOFILLING MAMMARIO SOSTITUIRE UN INTERVENTO PROTESICO?
Per rispondere a questa domanda dobbiamo prima fornire qualche dato esplicativo: in un intervento di lipofilling mammario possiamo iniettare, se il contenitore lo consente, fino a 250/300 cc di tessuto adiposo purificato per lato, volumi superiori non aumenterebbero l’attecchimento complessivo perché si creerebbe una situazione chiamata “competizione vascolare” tra le cellule adipose.

Di questi 300 cc introdotti per lato, è ragionevole aspettarsi un attecchimento tra il 50% e il 75%, quindi avremo un attecchimento variabile di 125-200 cc di tessuto adiposo, che in media corrispondono da poco più di mezza taglia ad una taglia.

Per ottenere questi 500/600 cc di tessuto adiposo purificato pronto per essere impiantato è necessario prelevare almeno 1500/2000 cc di grasso che andranno lavorati e purificati da liquido di infiltrazione, sangue ed olio.

Pertanto possono essere sottoposti a mammoplastica d’aumento con il proprio grasso SOLO le pazienti che hanno un’indicazione chiara alla liposuzione, sapendo che l’obiettivo realistico sarà un ingrandimento variabile da mezza taglia ad una taglia. Eventualmente, a distanza di sei mesi/un anno, sarà possibile effettuare un secondo intervento.

Quindi, per rispondere onestamente al quesito sovraesposto, il lipofilling mammario è ottima indicazione per le pazienti che desiderano, IN PRIMIS sottoporsi ad una liposuzione e solo secondariamente vorrebbero un ingrandimento mammario, essendo a conoscenza dei limiti volumetrici di riempimento realizzabili con un singolo lipofilling ed avendo nota la possibilità di potersi sottoporre ad un eventuale secondo intervento per incrementare i volumi mammari.

Se la paziente desidera una mastoplastica additiva come prima esigenza, difficilmente accetterà i modesti incrementi di volume ottenibili con un lipofilling, anche se ha la possibilità di effettuare la liposuzione ed ottenere pertanto un significativo miglioramento di diversi distretti corporei. Inoltre molto spesso non ha voglia di programmare a lungo termine due interventi chirurgici per un maggiore riempimento mammario, sapendo inoltre che i costi di due operazioni saranno maggiori rispetto ad un singolo intervento di mastoplastica additiva con protesi e che nessun chirurgo potrà mai garantire la stessa precisione di volume post-operatorio che può avere con gli impianti.

Pertanto, ad oggi, il lipofilling può sostituire solo in casi selezionati le protesi mammarie, nella maggior parte dei casi trova ottime indicazioni per correggere difetti residui di mastoplastiche additive con protesi o per ridare tono ad un seno lievemente ptosico. Essendo un materiale naturale ed autologo non può avere reazione di rigetto od allergia né a medio, né a lungo termine, si struttura bene con il tessuto mammario e negli anni si adatta alla paziente in modo naturale seguendone i cambiamenti ponderali e strutturali.

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